Students at Work #studentesonoanchio
Campagna promossa da Studenti Per Udu Padova, per l’elaborazione di un sistema di diritti, strumenti, tutele e di garanzia del diritto allo studio per gli studenti-lavoratori.
La figura dello studente che, contestualmente al percorso di laurea, è costretto a lavorare è una figura strettamente italiana, ed è l’emblema di un sistema di DSU che non è in grado di garantire il libero accesso ai saperi. In un sistema di Diritto allo Studio veramente funzionale, lo Stato dovrebbe garantire a tutti la gratuità dei servizi e fornire il mantenimento della persona durante il periodo degli studi.
Essendo il nostro sistema fallimentare sotto questo punto di vista, ci troviamo a dover elaborare questa campagna di proposte di tutela per gli studenti-lavoratori, che oggi sono pressoché privi di agevolazioni.
Nell’Università di Padova infatti esistono, ad oggi, solo due forme di agevolazione identificabili in altrettante figure di studente:
- lo studente-lavoratore, che consiste in una riduzione economica delle tasse del 10% per coloro che svolgono un’attività lavorativa con reddito annuo di almeno 3.500 euro;
- lo studente a tempo parziale, che vincola lo studente per due anni a dare massimo 60 CFU con il pagamento dell’intera prima rata di tasse, mentre la seconda e la terza rata sono ridotte, raddoppiando però la durata del corso di studi.
Queste forme di agevolazione, oltre ad essere poco vantaggiose, sono anche poco conosciute ed utilizzate dagli studenti stessi. Tuttavia, il numero degli studenti che svolgono un’attività lavorativa è tutt’altro che in calo.
Le considerazioni che come Unione degli Universitari di Padova portiamo avanti sono le seguenti:
- Lo studente lavoratore mediamente proviene da una famiglia a reddito basso e che quindi è soggetto a delle agevolazioni che, nel caso in cui si dichiarasse “studente-lavoratore”, ingiustamente perderebbe, oltre a subire un innalzamento del proprio ISEE;
- Gli studenti che lavorano non possono ricevere esclusivamente agevolazioni economiche, ma devono essere tutelati anche sotto il punto di vista didattico;
- Gli studenti-lavoratori generalmente non hanno un’attività lavorativa con reddito alto, tuttavia questo non riduce il loro tempo speso sul luogo di lavoro;
- Infine, gli studenti spesso sono sfruttati da contratti in nero o a voucher che non consentono loro di ricevere tutele nel luogo di lavoro, contribuendo inoltre ad allontanarli ed escluderli dall’ambiente universitario. Dobbiamo ricordarci che la lotta al lavoro in nero riguarda tutti noi.
Su queste considerazioni di base abbiamo stilato questa lista di proposte tese a cambiare le condizioni delle agevolazioni fornite agli Studenti-Lavoratori:
- Abbassare il reddito annuo richiesto dall’attività lavorativa per poter essere riconosciuto come Studente-Lavoratore da 3.500 euro a 2.000 euro;
- Allungare i criteri per essere considerati fuori corso di 2 A.A. rispetto alla norma;
- Nessun vincolo sui CFU da poter dare in un A.A.;
- Aumento della riduzione sulle tasse dal 10% al 50% (a tutela anche dell’innalzamento dell’Isee);
- Fornitura da parte dei corsi di laurea di lezioni dedicate (ad esempio, lezioni serali o lezioni speciali);
- Miglioramento della didattica multimediale, con registrazione delle lezioni sulla piattaforma moodle appositamente per gli Studenti-Lavoratori;
- Riconoscimento dello status di studente frequentante nei corsi dove l’obbligo di frequenza non è previsto;
- Sessione d’appello straordinaria apposita, riservata a Studenti-Lavoratori;
- Poter in ogni caso accedere a borse di studio e simili;
- La strutturazione di uno sportello apposito, gestito dall’Ateneo, che permetta una miglior diffusione del servizio.
La campagna di raccolta firme è stata lanciata con un flash mob il 17 Novembre, in occasione della giornata internazionale degli studenti. La tematica dello studente lavoratore riguarda tutti gli studenti, non solo coloro che devono lavorare per mantenersi gli studi.
Lo scorso 8 Giugno, in occasione di un flash-mob organizzato davanti a Palazzo Bo, abbiamo presentato al Rettore le oltre 2000 firme raccolte negli scorsi mesi e le proposte contenute nella piattaforma. Il lavoro per riconoscere i diritti degli studenti universitari che svolgono un’attività lavorativa durante il proprio percorso di studi non si ferma qua: nei prossimi mesi ci occuperemo di portare avanti la proposta, supportata dalle migliaia di firme raccolte, all’interno degli organi del nostro ateneo.