Studentiper lancia l’iniziativa:
“Hanno chiuso geografia…e adesso, facciamo ricorso!“
Coma mai: Lunedì 14 dicembre è stato notificato al TAR del Lazio il ricorso amministrativo contro la chiusura del corso di laurea in Geografia dei Processi Territoriali.
Nella seduta del senato accademico del 9 novembre è stato ratificato il decreto rettorale di chiusura del corso del laurea e i 23 studenti iscritti al corso di laurea in geografia si sono trovati costretti a iscriversi a un altro corso di laurea: progettazione e gestione del turismo.
Come rappresentanti degli studenti prima in consiglio di facoltà e poi in senato accademico abbiamo provato attraverso proposte di delibera e accese discussione a far ritirare il provvedimento di chiusura. Ma non c’è stato verso!
Tenerlo aperto non avrebbe comportato alcuna sanzione o costo serio per le casse dell’ateneo e della facoltà.
L’università di Padova attraverso una delibera del senato accademico prevede che il conteggio degli studenti iscritti a un corso venga fatto il 10 ottobre al fine di verificare se vi sia un numero sufficiente di studenti iscritti, nel rispetto dei requisiti ministeriali.
Il conteggio viene quindi fatto a immatricolazione avvenuta e a lezioni già iniziate.
Ma la legge cosa dice?
L’Art. 9, comma 2 del DM 270/04 (il decreto che inquadra l’ultimo ordinamento didattico) recita: “nel caso di disattivazioni, le università assicurano comunque la possibilità per gli studenti già iscritti di concludere gli studi conseguendo il relativo titolo e disciplinano la facoltà per gli studenti di optare per l’iscrizione ad altri corsi di studio attivati.”
La facoltà ha si individuato un corso affine, il quale però non appartiene alla stessa classe di laurea, Geografia (L-6), mentre PGT (L-15). Il risultato è che viene violato l’articolo sopra citato.
Per questo Studentiper, in collaborazione con l’Unione degli Universitari, ha deciso di fare ricorso al TAR: per tutelare gli studenti iscritti al corso di laurea in geografia e permettersi di laurearsi nella disciplina che avevano scelto per creare un precedente affinché venga rivista la modalità di verifica degli iscritti e quindi di definizione dell’offerta formativa.
Crediamo che l’offerta formativa del nostro ateneo vada decisa nei luoghi opportuni (consigli di corso di laurea, consigli di facoltà, con il parere del nucleo di valutazione), non in base ad automatismi che vanno a cancellare corsi di laurea senza tenere conto delle scelte fatte in itinere, ma tenendo conto del valore culturale di un corso e della ricchezza dell’offerta formativa di un ateneo come il nostro.